Estratto della Tesi di Laurea dell’Ingegnere Elettrico Davide Murgia
- La transizione energetica in Europa
- Accordi internazionali sulla transizione energetica
- L’accordo di Parigi
- Accordi internazionali sulla transizione energetica
- Nel 2015 si è tenuta a Parigi la ventunesima Conferenza della parti (COP 21), la quale si è conclusa con la firma di un trattato internazionale noto come l’Accordo di Parigi [1], che ha coinvolto 55 paesi rappresentanti almeno il 55% delle emissioni di gas a effetto serra globali. Con essa i suoi membri hanno rinnovato gli accordi presi nel 1992 con la convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), ovvero il principale accordo internazione sul cambiamento climatico, che già a suo tempo si poneva come obiettivo la necessità di agire collettivamente per proteggere l’ambiente e limitare le emissioni di gas e effetto serra. Con la ratifica dell’accordo di Parigi è stato delineato un piano d’azione per limitare il riscaldamento globale, in cui ognuno dei paesi si impegna a portare avanti i 6 punti principali stabiliti nel trattato:
- Limitare l’aumento della temperatura media globale al di sotto di 1,5° C entro la fine del secolo;
- Garantire la trasparenza e il controllo comunicando l’un l’altro e al pubblico i risultati raggiunti nell’attuazione dei rispettivi obiettivi;
- Presentare dei piani d’azione in materia di cambiamento climatico per ridurre le proprie emissioni;
- Stanziare dei finanziamenti per aiutare i paesi vulnerabili a ridurre le emissioni e diventare più resilienti ai cambiamenti climatici;
- Comunicare ogni 5 anni i rispettivi piani d’azione, fissando di volta in volta obiettivi più ambiziosi.
- Green Deal
- A seguito della COP 21, l’UE ha lanciato nel 2019 la propria strategia di crescita sostenibile nota come “Green Deal” [2], la quale consiste in un pacchetto di iniziative strategiche che ha come obiettivo il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050. La produzione e l’utilizzo di energia rappresentano infatti il 75% delle emissioni di gas a effetto serra dell’UE, valore che si intende ridurre attraverso la decarbonizzazione del sistema energetico. A tale scopo il documento si concentra sui seguenti punti:
- Garantire una transizione equa e inclusiva che permetta un approvvigionamento energetico dell’UE sicuro e a prezzi accessibili, coinvolgendo e aiutando così gli individui più vulnerabili;
- Sviluppare un mercato dell’energia integrato, interconnesso e digitalizzato, promuovendo in tal modo un sistema di economia circolare;
- Prioritizzare l’efficienza energetica, migliorando il rendimento energetico dei nostri edifici e sviluppando un settore energetico basato sulle fonti rinnovabili, investendo inoltre sul rendere sostenibili ed efficienti le pratiche agricole e industriali attraverso investimenti sulle tecnologie verdi. Fit for 55
- Nel 2021 l’UE ha presentato dunque il “Fitfor55” [3], un insieme di proposte legislative promulgate per aggiornare le normative Europee e allineare le sue politiche agli obiettivi del Green Deal sostenendo così la posizione leader dell’UE nella lotta al cambiamento climatico, senza però trascurare la necessità non solo di garantire una transizione giusta e socialmente equa, ma anche di rafforzare l’innovazione e la competitività dell’industria europea rispetto al resto del mondo. Il titolo stesso si riferisce all’obiettivo di ridurre entro il 2030 le emissioni nette di gas a effetto serra almeno del 55% rispetto ai livelli del 1990, il quale diventa dunque un obbligo giuridico da realizzare attraverso le seguenti misure:
- La revisione del sistema di scambio di quote di emissione di CO2 (EU ETS), il quale rappresenta il principale strumento dell’UE per affrontare la riduzione delle emissioni;
- L’adozione di standard più rigorosi sulle emissioni di CO2 nel settore dei trasporti;
- L’istituzione di un nuovo Fondo sociale per il clima, ovvero circa 86 miliardi di euro, di cui 65 provenienti dal bilancio dell’UE per sostenere i cittadini vulnerabili e le piccole imprese nella transizione energetica [4].
REPowerEU
- Nel Febbraio del 2022 l’invasione dell’Ucraina da parte della Federazione Russa ha portato ad una perturbazione del mercato e dei prezzi dell’energia senza precedenti,
- l’aumento di questi ultimi era già iniziato nel 2021 a seguito della pandemia di COVID- 19 e della crescente domanda internazionale, rispetto al 2020 si era infatti registrato un raddoppio del prezzo dell’importazione dell’energia nell’area UE [5].
- Con il conflitto il prezzo dell’energia ha raggiunto livelli record a seguito della decisione unilaterale da parte della Russia di sospendere le forniture di gas ad alcuni stati membri dell’UE. Tale evento ha messo in luce la necessità di accelerare la transizione verde e svincolarsi dai combustibili fossili, con il proposito non solo di adempiere agli obiettivi posti dall’UE stessa per contrastare il cambiamento climatico, ma anche di raggiungere una certa indipendenza energetica dagli stati extracomunitari, in particolare dalla Russia [6].
- La Commissione europea ha, dunque, presentato nel maggio del 2022, il piano “REPowerEU” [4], focalizzato sui seguenti 3 punti:
- Aumentare la diffusione delle energie rinnovabili;
- Risparmiare energia;
- Diversificare l’approvvigionamento energetico.
- Il successo di tale manovra è stato reso possibile grazie all’azione comune dei paesi dell’UE, che hanno collaborato per garantire l’approvvigionamento energetico a tutti i membri, soprattutto quelli maggiormente colpiti dai tagli delle forniture, con i seguenti risultati [6]:
- La quota del gas importato dall Russia è scesa dal 45% di inizio 2022, al 18% ad Agosto 2024, diversificando così l’approvvigionamento energetico;
- La domanda di energia è calata, in particolare il consumo di gas complessivo è diminuito del 18% rispetto al 2022;
- Sono aumentati gli impianti di stoccaggio del gas garantendo abbondanti riserve invernali;
- La promozione delle energie rinnovabili come eolico e solare ha portato ad un aumento significativo della produzione sostenibile, permettendo così nel 2022 di raggiungere un importante traguardo, per la prima volta in assoluto è stata infatti generata più energia elettrica da fonti rinnovabili che da combustibili fossili.
- La transizione energetica in Italia e il PNRR
- In Italia il REPowerEU è stato recepito nel dicembre 2023, quando il Consiglio dell’UE ha deciso di riprogrammare il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza Italiano (PNRR) [7], esso rappresenta un programma con cui l’Italia intende utilizzare i fondi europei del Next GenerationEU [8], un piano di ripresa studiato per risollevare l’economia dell’UE a seguito della pandemia di COVID-19. Dei 648 miliardi di euro stanziati dal Next Generation EU, l’Italia ha ricevuto lo stanziamento maggiore, 191.5 miliardi che sono saliti a 194.4 miliardi con la riprogrammazione del PNRR del 2023, a seguito della quale l’articolazione del piano è passata da 6 a 7 missioni principali, di cui ben due riguardanti la transizione energetica in atto [9]:
- Missione 2: Rivoluzione verde e transizione ecologica
- Ha l’obbiettivo di favorire la transizione verde del Paese puntando sull’energia prodotta da fonti rinnovabili, aumentando la resilienza ai cambiamenti climatici, sostenendo gli investimenti in ricerca e incentivando il trasporto pubblico sostenibile. Per tale linea d’intervento sono stati stanziati 1,25 miliardi, di cui 1 miliardo dedicato alla misura “Rinnovabili e batterie”, con l’obiettivo di
- sviluppare filiere industriali nel settore del fotovoltaico, eolico e delle batterie attraverso contratti di sviluppo;
- Missione 7: REPowerEU
Davide Murgia – Ingegnere Elettrico
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