Un progetto da oltre due miliardi di euro in Sardegna: un nuovo metanodotto lungo 150 km tra Oristano, Cagliari e il Sulcis, presentato da Enura Spa (controllata da Snam e Sgi), con l’obiettivo di portare gas fossile alle aree industriali del sud dell’isola. Il progetto ha già superato la valutazione di impatto ambientale, ma le critiche sono forti e motivate.

La Fimser – Federazione Italiana Mediatori Sociali Energie Rinnovabili – che riunisce tecnici e imprenditori del settore, ha lanciato un appello contro quest’opera. Il metanodotto attraverserebbe zone agricole, boschive e oltre 1.000 siti archeologici, di cui almeno 12 a rischio elevato. Inoltre, graverebbe su centinaia di ettari con servitù che limitano la proprietà e lo sviluppo locale, penalizzando circa 1.500 aziende agricole.

Ma è proprio necessario devastare la Sardegna per portare il gas a Oristano, solo per poi rispedirlo a sud? Esiste un’alternativa, meno costosa e meno invasiva: un hub di rigassificazione al porto canale di Cagliari, in un’area già antropizzata. Ma soprattutto esiste una vera strada per il futuro: le energie rinnovabili e le comunità energetiche.

Il gas non è una soluzione sostenibile. È una fonte fossile, inquinante, costosa e in via di dismissione: l’Unione Europea ha già previsto la sua progressiva riduzione a partire dal 2025. Continuare a investire miliardi pubblici nel metano significa inseguire un passato che non ha più spazio nel futuro energetico europeo.

In Sardegna le alternative esistono, e sono già in cammino. Le comunità energetiche promosse dall’Associazione Elettrica Sarda dimostrano che è possibile produrre, condividere e consumare energia pulita in modo democratico e locale. Un modello che crea lavoro, risparmi, innovazione e autonomia energetica per i territori.

Nel dibattito pubblico si discute spesso del fotovoltaico e dell’eolico, ma troppo poco del metano. È ora che i cittadini sardi alzino la voce anche contro questo progetto fossile. Difendiamo la nostra terra, la nostra salute e la nostra economia. Investiamo in ciò che guarda avanti, non in infrastrutture che rischiano di diventare obsolete prima ancora di essere concluse.

No al metanodotto. Sì a una Sardegna rinnovabile, libera e solidale con un energia a portata dei sardi. Nessun sardo potrà mai vendere ed acquistare gas mentre tutti i sardi posso acquistare, vendere e autoprodursi energia elettrica da fonti rinonvabili provenienti da sole e vento.

Fonte: https://www.linkoristano.it/2025/05/23/nave-gasiera-a-oristano-e-un-lungo-metanodotto-verso-sud-cosi-si-devasta-la-sardegna/

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