C’è un vento nuovo che soffia su Tortolì, ed è fatto di energia pulita, collaborazione e visione. Nei mesi scorsi è stato attivato a Tortolì un impianto fotovoltaico da 600 kWp, realizzato dall’ing. Giorgio Demurtas, che entra a far parte della rete della Comunità Energetica Rinnovabile promossa dall’Associazione Elettrica Sarda.
Un progetto importante, che segna non solo un passo concreto verso l’indipendenza energetica, ma anche un esempio virtuoso di innovazione al servizio del territorio.
La Comunità Energetica permetterà a enti pubblici, famiglie e imprese locali di condividere l’energia prodotta e beneficiare di un sistema di premialità da parte della stessa Comunità e nel tempo spingerà verso un abbattimento reale dei costi energetici. Un modello che non guarda solo al risparmio, ma alla coesione sociale e alla sostenibilità ambientale.
A sottolineare l’importanza dell’iniziativa è Gavino Guiso, presidente dell’Associazione Elettrica Sarda, che dichiara:
“La Sardegna ha tutte le carte in regola per diventare una regione guida nella transizione energetica. L’impianto di Tortolì è uno dei più significativi finora realizzati, e dimostra che la condivisione dell’energia non è più un sogno, ma una realtà concreta. Grazie al lavoro dell’ing. Giorgio Demurtas e speriamo anche con la collaborazione delle amministrazioni locali, stiamo costruendo una rete capillare di Comunità Energetiche, su base territoriale, sostenibile e inclusiva.”
L’impianto di Tortolì si inserisce in un piano più ampio che vede l’AES, già con all’attivo oltre 25 CER sparse in tutta la Sardegna, protagonista con nuovi progetti a Pattada (300 kWp), Bultei (999 kWp) e Nuoro (550 kWp), in fase di realizzazione. Con questa visione, l’associazione punta a costruire una Sardegna più indipendente, più resiliente e più vicina ai cittadini, anche nei piccoli centri.
Per chi, come me, crede nella possibilità di un futuro diverso e più giusto, notizie come questa sono molto più di un annuncio tecnico. Sono semi di cambiamento, che meritano attenzione, sostegno e, perché no, anche un po’ di orgoglio.
No responses yet